FreshIl mitico “Vetrix” del film Il mio grosso grasso matrimonio greco, che curava i brufoli spruzzandolo sulla pelle, è stato quasi precursore dell’ultimo profumo proposto da Moschino. Si chiama Fresh la nuova fragranza femminile, floreale e legnosa, proposta dall’eccentrica casa di moda italiana per mano del suo direttore creativo Jeremy Scott. Accenti di freschezza e seducente femminilità racchiusi in una bottiglietta inusuale per un profumo: un vero e proprio flacone in miniatura con tanto di dispenser che ricorda nella forma, nella grafica, nella tipografia e nel colore il Glassex.
Il concetto che ha animato questo profumo è la contrapposizione tra un banalissimo prodotto mass market, un normale detergente per la casa, e un accessorio prezioso e fondamentale come un profumo. Un’ulteriore evoluzione del concetto “Cheap & Chic” che già in passato aveva animato un altro prodotto Moschino. La scelta del flacone è sicuramente ardita e fuori dai normali canoni delle boccette di profumo, che spesso hanno forme talmente ricercate che il contenitore costa più del contenuto. In questo caso la bottiglia non ha alcun valore aspirazionale se non quello di confondere le colf che potrebbero scambiare il profumo per Glassex e utilizzarlo sui vetri, per la gioia della loro padrona di casa.
Testimonial della campagna, nei panni della “casalinga di Manhattan” dal sapore un po’ retrò, la sempre gnocca Linda Evangelista (seconda solo a Cindy Crawford nella mia classifica degli amori impossibili), icona degli anni 80 e 90 che a dispetto delle primavere dà ancora dei punti a colleghe più giovani. Una scelta non casuale, entrambi (lei e Moschino) sono icone di ironia e irriverenza.
Non so se la scelta del packaging audace pagherà. Sicuramente fa l’effetto di un easy rider che entra in un ristorante di lusso, si fa notare. E poi divide. Da un lato ci saranno le puriste riccone con la puzza al naso, che probabilmente un flacone di Glassex in vita loro non lo hanno mai neanche toccato e che, abituate a maneggiare boccette simil oro dalle forme improbabili, inorridiscono al solo pensiero di dover compiere il gesto che le rende irresistibili con uno “spruzzino”, gridando allo scandalo per lo stravolgimento della natura originaria di una delle principali (e più accessibili) espressioni del lusso. Dall’altro ci sono donne più smart, dotate di sense oh humour, che hanno accolto favorevolmente la scelta ironica di Moschino, non nuovo a operazioni di questo tipo. Chi non ricorda il flacone con le sembianze di Olivia, la fidanzata di Braccio di Ferro?  Assisteremo alla nascita di una nuova icona come il barattolo di pomodori Campbell’s? Staremo a vedere.


2 commenti

isabella · 28 Ottobre 2015 alle 13:41

Solo io la vedo come una confezione che ci fa retrocedere di 100 anni sul rispetto, riportando la donna sul pianeta “Le pulizie le fai tu”?? Se la confezione fosse stata fatta su una grafica anni ’50 avrei potuto capire: all’epoca andava di moda il libro della perfetta massaia e quello di economia domestica che piaceva tanto agli americani, per ricordare alla donna che il suo posto doveva essere la cucina, non il Parlamento, quindi l’ironia della cosa potrebbe essere stata perfetta visto il brand da cui parte, e sarebbe anche stata una bella confezione da vedere! Ma una confezione così decisamente contemporanea mi fa solo capire che non si sta parlando di “nostalgia” o di “vintage”. A me da fastidio e non mi sono mai avvicinata alle idee delle femministe, il che è tutto dire! non lo trovo cheap-and-chic, lo trovo stupido

antonio_filigno · 28 Ottobre 2015 alle 23:40

Ciao Isabella, innanzitutto grazie per il commento. Se devo essere sincero non ho letto la cosa in maniera così negativa ma ammetto che, in quanto uomo, ho una sensibilità diversa. Non so se effettivamente ci sia questo retro pensiero nella creatività di questo prodotto. L’ho analizzata dal punto di vista grafico creativo scherzando sulla figura della “casalinga di Voghera” ma lungi da me l’intento di essere sessista o di relegare la donna a un ruolo subalterno. È possibile che ci sia il desiderio di creare una nuova icona come fu la confezione Campbell’s, con la differenza che Jeremy Scott, con tutto il rispetto, non è Andy Warhol. ;-)

Un saluto

antonio

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