Il brainstorming, letteralmente “tempesta cerebrale” è una fase iniziale del processo creativo. Oggi viene abbastanza sottovalutato, se non addirittura saltato, o comunque non viene sfruttato a dovere, pur rimanendo la più conosciuta tra le tecniche per stimolare la creatività. Venne ideato negli anni ’40 dal pubblicitario Alex Osborn (uno dei fondatori della BBDO), come metodo per incentivare la creatività del gruppo, tanto da essere indicato dallo stesso Osborn come il segreto della longevità creativa della sua agenzia. Il brainstorming è molto utile per trovare delle strade, diversificate e inusuali, da percorrere per la formulazione di un’idea. Uno strumento semplice e versatile, un modo per rompere il ghiaccio e iniziare a pensare al proprio progetto/cliente. Il presupposto del brainstorming è scrivere tutto ciò che viene in mente senza filtri e senza badare troppo che ciò che si dice abbia un senso. L’obiettivo primario è creare una quantità enorme di idee, spunti, sensazioni, pensieri in libertà, che in un secondo tempo verranno passati al setaccio della razionalità. Il brainstorming solitamente dura una trentina di minuti. Può essere fatto da soli ma è più efficace e divertente se fatto in gruppo, nominando una persona che faccia da coordinatore/animatore, che ricordi le regole (anche un brainstorming deve averne) e che aiuti il gruppo a uscire da eventuali blocchi creativi. Tutto, in un clima rilassato e piacevole. La regola fondamentale del brainstorming è non criticare o bocciare a priori le idee e i pensieri che vengono formulati, per non spegnere la creatività e per favorire le relazioni. Le idee devono rimbalzare tra loro, inseguirsi, essere reinterpretate: da cosa nasce cosa. Così si crea un clima collaborativo e non una competizione. Per far entrare in funzione l’emisfero sinistro del cervello c’è sempre tempo, poi, se si sente sparare un’idea che ha dell’inverosimile è probabile che si sia sulla strada giusta.

I vantaggi del brain-storming.
Stimola la creatività e la fantasia;
Incoraggia l’apertura verso nuove idee inducendo la rottura degli schemi mentali e delle abitudini di lavoro;
Permette di ottenere in poco tempo un gran numero di idee;
È uno strumento semplice che permette di ottenere idee originali.
È uno strumento democratico in cui non ci sono opinioni che pesano più di altre, né elementi dominanti che influenzino il gruppo.
Migliora le relazioni interpersonali favorendo lo spirito di gruppo e l’attitudine a saper ascoltare.
Permette di reinterpretare le idee e di trovare dei punti in comune utili per la formulazione di un’idea condivisa.

Tecniche per fare un brainstorming.
Esistono varie tecniche e accorgimenti per affrontare un brainstorming, alcuni possono sembrare bizzarri, come ad esempio scrivere 100 parole a caso su piccoli pezzi di carta. A turno ciascun partecipante estrae un biglietto e costruisce un’idea sulla parola scritta. C’è poi chi consiglia di sdraiarsi sul pavimento e coprirsi la testa con una coperta per stimolare i neuroni. Tra tutte le tecniche di brainstorming conosciute, mi piace utilizzare queste quattro:
• Immagini in libertà – Si estrae un’immagine e si genera un’idea partendo da essa.
• Parole in libertà – Stesso principio delle immagini, solo che si estrae una parola e si sviluppa l’idea sfruttando i pensieri che essa suscita o i concetti ad essa associati. Ad esempio, se viene estratta la parola “cane”, possiamo pensare a costruire la nostra idea sfruttando delle parole chiave come affidabilità, fedeltà, agilità, e via dicendo.
• Giochi di parole – Sempre molto utili per stimolare la creatività e “scaldare i motori” prima di entrare nel vivo della discussione.
• Siate giornalisti – È forse il metodo più razionale. Ogni bravo giornalista sa che per scrivere un buon articolo deve porsi le 6 classiche domande: Chi? Cosa? Quando? Come? Dove? Perché?

Le tecniche per condurre un brain-storming.
Sono essenzialmente tre:
• Round robin: si parla a turno con possibilità di passaparola a un altro membro del gruppo qualora non si abbia un’idea pronta. Limita l’interazione tra i partecipanti ma è molto utile nel caso in cui il numero di sia elevato.
• Pop corn: come si evince dal nome, si tratta di una conduzione “scoppiettante”. Sostanzialmente non ci sono regole, ognuno parla quando vuole e l’interazione tra i partecipanti è elevata. Si viene così a creare un clima giocoso e divertente, ovviamente più difficile da gestire, soprattutto se il numero di partecipanti è elevato.
• Biglietti: ciascuno scrive su un foglio di carta le proprie idee. Una volta raccolte vengono lette e commentate una alla volta. L’interazione tra i partecipanti è praticamente nulla e la gestione è piuttosto macchinosa. Come scegliere chi partecipa. Personalmente sono dell’idea che chiunque può avere un guizzo creativo. Sembra però che per far funzionare al meglio un brainstorming sia opportuno scegliere i partecipanti tra le personalità più creative con formazione culturale ed esperienze diverse tra loro. Fare il modo che tutti partecipino attivamente alla discussione e raccogliere le idee in un posto dove tutti possono vederle contemporaneamente: cartelloni, lavagne, etc…

Controindicazioni.
C’è chi sostiene che il brain-storming sia letteralmente una stronzata. Lo scrive Jonah Lehrer in un articolo pubblicato sul New Yorker in cui smonta mito del brainstorming. Lehrer afferma che si è più creativi lavorando da soli piuttosto che in gruppo. La sua affermazione è supportata da uno studio condotto negli anni ’50 che ha evidenziato che riunire le persone in gruppo in realtà non aumenta il flusso di idee, anzi rischia di soffocare il potenziale creativo dell’individuo. Quando ci si riunisce in gruppo si tende a delegare idee e decisioni agli altri, limitando, per paura del rifiuto, le proprie opinioni e soccombendo a persone che si dimostrano più esuberanti o mettono pressione emotiva. In realtà se viene condotto in maniera allegra e rilassata non ha grosse controindicazioni, se non il rischio di farsi prendere dall’entusiasmo e magari uscire fuori tema.


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