Qual è il carattere tipografico usato per il titolo della trasmissione Amici? E quello del marchio Coca Cola? E come si fa a ricostruire il lettering del logo del cliente, che ti ha dato il suo marchio in jpeg a 72 dpi e 100 pixel di lato, incorporato in un file di Word?
Una delle domande ricorrenti tra i grafici è: «Scusa, secondo te che font è questo?». Col passare del tempo e con l’avvento della tecnologia il numero di caratteri disponibili è aumentato in maniera esponenziale. Basta citare un dato per rendersene conto: sono stati disegnati più caratteri negli ultimi 60 anni che negli ultimi 600. E con decine di migliaia di font in circolazione, molti dei quali a volte si differenziano per piccoli particolari delle appendici, riconoscerne uno al volo è cosa tutt’altro che semplice.
Fortunatamente il boom della cultura della tipografia e la facilità con cui oggi è possibile produrre un carattere, hanno stimolato lo sviluppo di alcune ottime soluzioni per risolvere il problema di identificazione. Sostanzialmente le strade possibili per rintracciare un carattere sono tre:

– strumenti di identificazione software offerti da internet,
– cataloghi cartacei, che spesso offrono un CD a corredo,
– l’esperienza di qualche folle maniaco dei caratteri.

Strumenti presenti su internet
Si basano sull’utilizzo di un’immagine del font (che deve essere chiaramente di buona risoluzione) oppure rispondendo a domande sulle caratteristiche grafiche del carattere misterioso. Andando per esclusione si dovrebbe giungere alla soluzione. I più utilizzati nel riconoscimento tramite immagine sono MyFonts, scherzosamente chiamato “What The Font!” e Whatfontis.com. Sullo stesso principio si basa anche Font Matcherator di Fontspring. Quando non si dispone di un’immagine, la cosa migliore è un gioco di 20 domande con Identifont, indagando sulle caratteristiche tipografiche, sul nome, sulle similitudini con altri caratteri noti. Le probabilità sono alte, si può fare in pochi minuti. Inoltre Identifont aiuta a individuare i caratteri che contengono immagini o simboli particolari.

 

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Le “Pagine Gialle” dei font. Disponibile “più o meno” su Amazon.

Libri
Se non disponi di un’immagine del carattere e non possiedi una memoria fotografica, la soluzione migliore potrebbe essere quella di sfogliare un catalogo di font per trovare quello giusto o scegliere quello che gli si avvicina di più. Ci sono libri realizzati appositamente per questo. Una volta, fino all’avvento del Mac e del desktop publishing, quando i testi si componevano a mano con i trasferibili, la Bibbia per ogni progettista grafico era il Catalogo Letraset. Oggi il più significativo (ma di difficile reperibilità) è una sorta di “Pagine Gialle” per i font, Rookledge’s International Typefinder. Pubblicato per la prima volta nel 1983, resta oggi un punto di riferimento per eccellenza di tutti i progettisti grafici e tipografi. Caratteristica fondamentale del libro è la particolare evidenziazione dei segni più distintivi di ciascun carattere per facilitarne il riconoscimento.
Per il resto, ci sono numerosi libri che raccontano la storia dei caratteri e altri che offrono raccolte di caratteri con DVD allegato. Poi se non si riesce a trovare un libro soddisfacente e si è abbastanza folli da pensare di potersi catalogare in casa tutti i caratteri tipografici che si possiedono ci si può sempre avventurare nella creazione di un proprio catalogo. È un lavoro certosino e maniacale che richiede pazienza e costanza, da fare un po’ alla volta, come un hobby, due, tre famiglie di font alla volta, scegliendo quelli meno noti e usati (si presuppone che un Helvetica lo riconosciate tutti). Basta prepararsi una pagina A4 con un sample text in vari corpi e di volta in volta assegnargli un font, stamparla e archiviarsela. Dopo un po’ di tempo, senza rendervene conto, vi ritroverete con una vera e propria “bibbia” di caratteri tipografici.

Il grafico in carne ed ossa
La scienza spende una quantità enorme di denaro per creare algoritmi per il riconoscimento facciale, ma non sarà mai in grado di replicare la potenza combinata di un occhio e un cervello. La memoria fotografica spesso è più efficace di un software, quindi, quando non si sa dove sbattere la testa per riconoscere il font stronzo utilizzato dal cliente, può essere utile rivolgersi a un collega maniaco della tipografia o una task force di professionisti. La maggior parte dei forum che trattano di font sono molto utili e se si è fortunati l’identificazione può durare pochi minuti. Di seguito i forum più autorevoli:
Identificare un carattere sul web è più semplice, grazie all’ausilio di plug-in che lo riconoscono, a patto che questo non sia stato rasterizzato in un’immagine. WhatFont Tool, ad esempio, è un’estensione (scaricabile gratuitamente) disponibile per Safari e Chrome che risponde a questa esigenza. Una volta installata, un tasto con una “f” e un punto interrogativo campeggerà in alto di fianco allo spazio di inserimento dell’url. Basterà schiacciarlo e puntare il cursore sul testo di cui si vuole identificare il font. Se invece siete affezionati utilizzatori di Firefox potete installare l’add on Font Finder, che consente di analizzare le caratteristiche di un testo.

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